“Bisogna trovare quanto prima una soluzione praticabile allo smaltimento dei residui della trinciatura del frascame sui nostri territori perché in caso contrario corriamo il rischio che intere aree coltivate della zona di Vico del Gargano, Rodi, Ischitella vengano abbandonate, con ricadute negative tanto sul piano economico che paesaggistico. Su questo ritengo che anche i Sindaci debbano far sentire la loro voce”. È questo il grido di allarme che lancia il Presidente di zona di Confagricoltura, Michele Ricucci, dopo gli ennesimi interventi dei Carabinieri della Forestale, attivatisi per sanzionare agricoltori che stavano bruciando le frasche in azienda.
La questione, fanno notare da Confagricoltura Foggia, è particolarmente delicata perché questa tradizionale modalità di smaltimento è vietata in area Parco. Ma ci sono intere zone montane coltivate che, per caratteristiche territoriali e morfologiche rendono impossibile o troppo oneroso la meccanizzazione degli interventi di smaltimento.
“Si tratta, particolarmente in un momento di crisi come questo, di una soluzione complessa che va trovata tra sostenibilità economica e sostenibilità ambientale – evidenzia il presidente provinciale di Confagricoltura Foggia, Filippo Schiavone. Comprendiamo le ragioni che hanno portato ad una normativa stringente in una zona protetta, ma è dimostrato che gli agricoltori sono i primi difensori dell’ambiente ed un loro disimpegno arrecherebbe più danni che benefici. Su questa materia – conclude Schiavone – ritengo sia il momento che tutto il mondo agricolo del territorio apra un tavolo di confronto propositivo con il Parco del Gargano e la Regione Puglia per indicare una strada normativa percorribile per le aziende che operano in certe aree”.