Sembra essersi finalmente fermato il ribasso del prezzo del grano duro, un segnale che cogliamo con favore come testimonianza di una presa d’atto del mercato di una situazione non più sostenibile per i produttori locali.
Commentano così da Confagricoltura Foggia le quotazioni uscite ieri al termine della Commissione Prezzi della CCIAA di Foggia (28-28,5 al quintale la quotazione del Fino) che di fatto hanno lasciato invariato il listino, dopo il nulla di fatto della scorsa settimana con il polemico abbandono della Commissione da parte dei componenti della parte agricola. Per l’associazione di categoria è evidente che l’andamento dei prezzi di un prodotto come il grano è condizionato da dinamiche produttive internazionali, difficilmente controllabili a livello locale. Ma è altrettanto vero che politiche speculative miopi sulla filiera corrono il rischio di non tenere in giusta considerazione il valore aggiunto, nel medio-lungo periodo, di una produzione realmente e integralmente Made in Italy.
Per Filippo Schiavone, presidente di Confagricoltura Foggia: “finalmente sembra maturare a più livelli la consapevolezza della centralità dell’economia del grano per gli equilibri economici complessivi del nostro territorio. La Capitanata è, e ci auguriamo possa continuare a lungo ad essere, il granaio d’Italia e la nostra cerealicoltura un fondamentale riferimento nazionale. Una centralità – conclude Schiavone – che potrebbe essere meglio valorizzata da politiche di sistema realmente condivise da parte di tutti gli attori del settore”.