Per questo questi ultimi si vedono costretti ad importare grano dall’estero. Confagricoltura, ha precisato Schiavone, non è contraria alle importazioni, purché il prodotto importato sia controllato ed equiparabile a quello italiano.
Schiavone ha rimarcato come le aziende agricole abbiano difficoltà a coltivare il grano duro con i prezzi attuali, considerati altresì gli aumenti dei concimi sintetici, anche per via del conflitto in Ucraina, e del costo del gasolio.
Sicuramente una stabilizzazione dei prezzi è difficilissima da attuare, ma l’agricoltura ha bisogno di una certa stabilità per poter programmare.
Per questo, ha sottolineato il componente della giunta di Confagricoltura, è fondamentale incentivare la contrattazione di filiera, strumento che tutela da un lato la parte industriale, che così riesce a garantirsi una determinata quantità di approvvigionamento, dall’altro la parte agricola che può riuscire così a fare una programmazione con un prezzo più o meno definito.