Lenucci, in particolare, sottolinea come i derivati del grano, pasta, farina e pane siano aumentati, come conseguenza soprattutto del caro energia. Lenucci ricorda anche come il grano duro sia la più importante ed estesa coltivazione in Italia e come i suoi derivati siano beni essenziali per l’alimentazione di tutti i giorni.
Anche Schiavone parla dell’aumento di tutti i costi di produzione necessari alla coltivazione, a partire dal gasolio agricolo, per arrivare ai concimi sintetici, tutto questo va inevitabilmente ad incidere sul prezzo del grano e dei suoi derivati. Il componente della Giunta di Confagricoltura ricorda anche che il grano, in quanto commodity, è soggetto ai mercati globali e che quindi, sebbene ad oggi non ci siano elementi che facciano prevedere ulteriori incrementi, è difficile fare previsioni a lungo termine. Concetto che anche Lenucci rafforza, ribadendo che il prezzo delle materie prime è influenzato da variabili macro del mercato globale. Basti pensare alle recenti tensioni per l’accordo del grano che ne hanno provocato un significativo aumento. Tutto questo incide sul prezzo e poi su tutta la filiera che c’è a valle. In un quadro di mercati così instabili è difficile anche prevedere che Natale sarà per i consumatori.