Contratto di filiera relativo al grano duro, esclusivamente foggiano. Questo l’accordo stipulato stamane a Foggia fra Confagricoltura e il pastificio Rummo di Benevento, auspice dell’intesa il gruppo Santacroce tra i maggiori trader di grano duro del Mezzogiorno. “Ci sono le basi per ottenere grandi vantaggi reciproci, sia per i nostri agricoltori associati sia per la qualità di grano duro sul mercato nel suo complesso perché questa intesa si fonda sull’alta qualità delle produzioni cerealicole”, ha detto il presidente di Confagricoltura Foggia Filippo Schiavone. “E’ un progetto sindacale – ha aggiunto Schiavone – che va affiancato a un progetto economico, sono coinvolti i migliori partner sul territorio: Santacroce, De Vita, Rummo ovvero uno dei più prestigiosi pastifici del Sud e la Op di Confagricoltura, il nostro gioiello”.
Per Cosimo Rummo, presidente e amministratore delegato dell’omonimo pastificio “l’obiettivo di questo progetto è di lavorare con grano italiano di grandissima qualità. Inizialmente contiamo per il primo anno di coprire una parte del nostro fabbisogno di 1 milione di quintali l’anno, a regime ci arriveremo nei prossimi anni. Garantiremo anche un premio ai produttori che riusciranno a superare il 15,60% di proteine. I prezzi sono abbastanza remunerativi, minimo 280 euro per tonnellata. Il contratto di filiera si affida molto anche ai risultati della ricerca scientifica, dobbiamo fornire agli agricoltori sempre più strumenti per migliorare su un piano tecnico-qualitativo le produzioni”.
E’ un accordo all’insegna del grano foggiano, “il migliore in circolazione”, sottolinea Giovanni Santacroce. “Abbiamo gli strumenti per essere più competitivi rispetto al mercato estero che oggi inonda con il suo grano i nostri pastifici, dobbiamo solo intensificare gli accordi e un’intesa di questo tipo va nella direzione giusta”. “Prevedo un futuro migliore per la nostra agricoltura – ha concluso Saverio Di Mola presidente della Op cerealicoltori di Confagricoltura Foggia – voglio ricordare che intese di questo genere sono utili anche per standardizzare meglio la produzione granaria delle nostre imprese, così come richiede l’industria molitoria. E, ultima precisazione, parliamo di prezzi al netto dell’Iva, voce questa che di solito gli agricoltori non intascano mai”.