La semola prodotta con grano duro esclusivamente italiano dovrà essere quotata nel Listino della Borsa Merci di Foggia, sezione prodotti cerealicoli. Lo chiedono le maggiori organizzazioni sindacali degli agricoltori e del mondo cooperativistico della provincia di Foggia: Confagricoltura, Confcooperative, Coldiretti e CIA Agricoltori Italiani Capitanata in una nota al presidente della Camera di commercio firmata dai rispettivi dirigenti: Filippo Schiavone, Carla Calabrese, Marino Pilati e Angelo Miano.
«La richiesta – si legge – è motivata dalla necessità di sostenere il valore qualitativo di tale prodotto e dell’intera filiera, garantendo un “equo riconoscimento alle imprese cerealicole e di trasformazione del territorio della Capitanata”». Un riconoscimento «al lavoro e ai risultati raggiunti in questi anni – si legge nella lettera – nonché al fine di valorizzare la filiera cerealicola».
Le organizzazioni firmatarie, dunque, chiedono alla Camera di commercio di farsi promotrice di una discussione in seno agli organismi camerali per l’inserimento della nuova voce all’interno del Listino.
La semola italiana, prodotta da grani italiani, ha un valore e una qualità specifici maggiori e differenti rispetto alla semola realizzata con un mix di grani di varia origine e provenienza. «La richiesta – viene rilevato – mette in evidenza il ruolo strategico di Foggia granaio d’Italia. Negli ultimi anni, la Puglia ha prodotto mediamente 9,5 milioni di quintali di grano duro, vale a dire il 30% della produzione nazionale. Sono numeri dentro ai quali ci sono lavoro, investimenti sulla qualità, reddito per migliaia di famiglie».
«Occorre valorizzare l’intera filiera 100% italiana del grano duro, garantendo un equo riconoscimento a produttori e trasformatori e assicurando la qualità e salubrità di grano, semola e pasta italiana ai consumatori. Per la produzione, in Italia, i cerealicoltori devono attenersi a un preciso e severo disciplinare che garantisce la migliore qualità e la massima salubrità del grano duro italiano».