Commercial hemp, Darlingford, Manitoba, Canada.
“Quella della canapa industriale è una coltura che vanta una tradizione secolare nel nostro Paese, che fino alla metà del Novecento ne era il maggior produttore europeo e il secondo a livello mondiale. Parliamo di una coltura dal grandissimo potenziale, agricolo e non solo dal momento che da essa possono essere ottenuti numerosi prodotti derivati, che è inoltre fondamentale per diversificare il reddito, poiché rappresenta una risposta concreta alle diverse sfide che si trova a dover affrontare il primario, in termini ad esempio di sostenibilità economica, ma anche ambientale vista la minore richiesta di risorse naturali e energetiche che la coltivazione della canapa comporta”. Lo ha sottolineato il coordinamento di Agrinsieme, che riunisce Cia-Agricoltori italiani, Confagricoltura, Copagri e Alleanza delle Cooperative Agroalimentari, intervenendo in audizione in Commissione agricoltura della Camera nell’ambito della discussione di alcune risoluzioni sull’uso agricolo dei prodotti derivati dalla cannabis sativa.
“Il rilancio della canapa industriale deve pertanto rappresentare una priorità. La sua importanza è legata anche alla multifunzionalità e alla bioeconomia: gli utilizzi della canapa industriale, infatti, vanno dalla biocosmesi alle bioenergie, passando per la bioedilizia, per la nutraceutica e per i biotessuti, senza dimenticare la biocarta e la bioplastica; dai semi di canapa, inoltre, si estrae un olio saturo di grassi essenziali e una farina priva di glutine”, ha ricordato il Coordinamento.
“A livello normativo, la Legge 242/2016 con disposizioni per la promozione della coltivazione e della filiera agroindustriale della canapa ha dato un grande impulso allo sviluppo della coltura, che attualmente occupa diverse migliaia di produttori agricoli, anche se è necessario sgomberare il campo dalla confusione e dall’incertezza che affliggono il settore; a tal proposito, appare necessario implementare le macrocategorie di prodotti che si possono ottenere dalla pianta di canapa nella sua interezza e integrare il percorso normativo sulle singole destinazioni d’uso”, ha osservato Agrinsieme.
“Occorre in particolare impegnare il Governo affinché venga adottata un’apposita iniziativa normativa volta a chiarire e integrare l’attuale quadro normativo sia per quanto riguarda la coltivazione che la successiva trasformazione. In particolare, auspichiamo venga definitivamente chiarita la possibilità di utilizzare tutte le parti della pianta e quindi semi, foglie, fusto e infiorescenze nei diversi ambiti. Allo stesso scopo, sono auspicabili interventi volti a promuovere investimenti in ricerca varietale, meccanizzazione dei sistemi di raccolta e trasformazione della canapa industriale, nonché l’individuazione di misure ad hoc nei PSR. Fondamentale infine la costituzione di un tavolo di settore al Mipaaf, che faciliterebbe la promozione di accordi di filiera con i produttori dei settori alimentare, tessile, edile e cosmetico, nonché norme e regolamenti specifici concordati con tutti gli attori interessati”, ha concluso il Coordinamento.
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Agrinsieme è costituita dalle organizzazioni professionali Cia-Agricoltori Italiani, Confagricoltura, Copagri e dalle centrali cooperative Confcooperative FedAgriPesca, Legacoop Agroalimentare e Agci Agrital, a loro volta riunite nella sigla Alleanza Cooperative Italiane – Settore Agroalimentare. Il coordinamento Agrinsieme rappresenta oltre i 2/3 delle aziende agricole italiane, il 60% del valore della produzione agricola e della superficie nazionale coltivata, oltre 800mila persone occupate nelle imprese rappresentate.