Un commento alla ipotesi di “sciopero” dei lavoratori agricoli: sconcerto!!!
Confagricoltura, Coldiretti e CIA Capitanata, commentano così l’ipotesi di “incrociare le braccia da parte degli operai agricoli” denunciata dai segretari di FLAI CGIL, FAI CISL e UILA UIL, se non dovesse riprendere la trattativa per il rinnovo del contratto agricoli.
Lo sconcerto scaturisce dall’aver appreso che il mondo datoriale agricolo ha manifestato ostracismo a fronte di aperture e disponibilità dei rappresentanti dei lavoratori, al punto che è scaturita la domanda: ma abbiamo partecipato alle stesse venti e passa riunioni?
Leggendo le dichiarazioni dei su indicati sindacati sembra quasi che i lavoratori agricoli siano un problema per le aziende agricole al punto tale che gli imprenditori manifestano disinteresse nei loro riguardi.
Bene. Forse è caso di entrare nel merito di quanto successo durante gli incontri per il rinnovo, in modo tale da chiarire le cause che hanno determinato questa situazione di stallo.
Cosa abbiamo proposto noi? La strutturazione dell’ex area sperimentale contemplata nel contratto scaduto, prevedendo un aumento giornaliero di 2 € e il contemporaneo impegno ad aumentare del 10% annuo il numero delle giornate di lavoro. L’aumento dell’1,5% dei compensi per tutte gli altri livelli salariali. Un bonus pasto. L’organizzazione di un piano di trasporto sperimentale. Se tutto questo significa “disinteresse verso gli operai agricoli”, in un momento in cui alcuni settori del comparto primario (florovivaismo, lattiero-caseario, viti-vinicolo…) a causa della pandemia da COVID, sono al limite del collasso, allora chiediamo scusa e ci cospargiamo la testa di cenere.
Ma lo sconcerto riprende il sopravvento allorquando apprendiamo che i sindacati dei lavoratori agricoli hanno “… offerto disponibilità ripetuta”. Una disponibilità così ampia che gli ha fatto dichiarare che avrebbero portato i lavoratori in piazza. Insomma, se non fosse che parliamo di lavoratori, e per lavoratori intendiamo anche i datori di lavoro che solitamente oltre ad assumersi il rischio d’impresa sono soliti sporcarsi le mani di terra, sembrerebbe quasi una sorta di “teatro dell’assurdo”.
La nostra disponibilità, quella sì, è totale, ma per raggiungere un’intesa, che non dia il colpo di grazia all’economia della nostra amata Provincia, bisogna essere in due. Mentre le minacce, solitamente, quelle si irrigidiscono e interrompono i dialoghi.